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Senza candidati: il mismatch tra domanda e offerta di lavoro

 

A gennaio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia ha interessato 250 mila assunzioni delle 508 mila programmate (49,2%) soprattutto a causa della mancanza di candidati (31,1%), seguita dalla preparazione inadeguata (14,3%) e da altri motivi (3,8%). Lo rivelano i dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere. La difficoltà di reperimento di determinate professioni non è certo una novità, ma negli ultimi anni la situazione è peggiorata: nel 2023 il mismatch è aumentato per tutti i profili ricercati, collocandosi al 45,1% delle assunzioni, in crescita di 4,6 punti percentuali rispetto al 2022 e di 18,7 rispetto al 2019.

AAA specialisti cercasi

In particolare, le aziende hanno difficoltà a reperire sul mercato gli specialisti nelle scienze della vita (è di difficile reperimento il 91,4% di farmacisti, biologi e altri profili appartenenti a questo gruppo professionale), seguiti dagli operai, addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni (72,8%), dai fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica (72,6%), dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (71,8%) e dai tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (70,6%). 

 

Senza direzione

Interessante anche il dato che riguarda i dirigenti: le aziende a gennaio hanno programmato l’assunzione di 1.450 manager, ma hanno difficoltà a reperirli nel 62,7% dei casi. La difficoltà di reperimento di figure dirigenziali nel 2019 si attestava al 49,4%, quindi quasi un’azienda su due riscontrava il problema, ora la situazione è ulteriormente peggiorata, tanto che secondo le elaborazioni dell’Osservatorio 4.Manager su dati Anpal, nel 2023 ha riguardato quasi sette imprese su dieci. Per questo motivo, molte aziende stanno investendo nella formazione e nell’aggiornamento delle risorse interne per sopperire a questa difficoltà di reperimento concentrandosi in particolare sui temi della sostenibilità, internazionalizzazione e innovazione digitale. 

 

Questione di competenze

A rendere difficile il reperimento di alcune professioni è sicuramente la mancata corrispondenza tra la preparazione dei candidati e le competenze richieste. Secondo i dati relativi al 2023, sono ancora troppo pochi i diplomati dei percorsi ITS Academy, con una quota di mancato reperimento pari al 65,5% dei profili ricercati. La percentuale raggiunge il 74,3% nel caso dei tecnici specializzati nei percorsi afferenti all’area della meccanica e il 68,8% in quelli dell’area tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che sono i due indirizzi ITS maggiormente richiesti. Il mismatch messo in luce dalle imprese è particolarmente elevato anche per i laureati nell’indirizzo sanitario e paramedico (pari al 67,5%) e per i qualificati professionali in indirizzo meccanico (57,9%). 

 

Strade parallele

Per quanto riguarda le difficoltà di reperimento di laureati, bisogna guardare al contesto italiano nel suo complesso. In primis, solo il 20% della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni, secondo un’indagine Istat del 2021, possiede un titolo universitario: un dato ben inferiore alla media europea, che supera il 33%. Inoltre molti degli individui con un livello di istruzione elevato vanno all’estero in cerca di opportunità (e salari) migliori. Questo potrebbe far pensare che i “pochi” laureati che ci sono siano tutti occupati, eppure non è così: un laureato su cinque in Italia risulta ancora non occupato. Un fenomeno che si spiega con il fatto che le aziende richiedono lauree in ambiti diversi da quelli maggiormente scelti. 

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