A caccia di candidati
Le imprese fanno sempre più fatica a reperire lavoratori adeguatamente qualificati. Se ci fosse un campanello d’allarme, sarebbe già ripetutamente suonato, ha infatti scritto Il Sole 24 Ore. A fotografare la realtà italiana sono stati gli ultimi dati di Unioncamere-Anpal sul mismatch, con il quale fanno i conti i datori di lavoro. Nei primi 4 mesi del 2022 il disallineamento tra ciò che cercano le imprese e ciò che offrono i lavoratori è aumentato superando la quota del 40%. Ad aprile i profili che risultano “introvabili” sono il 40,4%. Si tratta di un balzo in avanti del 13% rispetto alla fase pre pandemica.
Le ragioni
Dietro le difficoltà nelle politiche assunzionali ci sono oggi diverse ragioni. Se da una parte la mancanza di candidati è praticamente raddoppiata negli ultimi tre anni (passando dal 12,3% di aprile 2019 all’attuale 24,5%), d’altra parte c’è anche un problema di competenze, che i datori di lavoro non riescono a reperire nei candidati che si fanno avanti. Le professioni dove il disallineamento si rende più evidente sono quelle legate ai profili tecnico scientifici.
- Perchè è importante lo sviluppo di competenze, formazione ealfabetizzazione digitale (HuffPost).
Gli introvabili
Figure come i periti, i diplomati Its o i laureati nelle discipline Stem mancano quasi esclusivamente ai settori manifatturieri, che hanno sofferto la ripresa della domanda post pandemica e oggi affrontano anche i costi dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina. Tra i settori più in sofferenza ci sono le industrie metallurgiche, quelle meccaniche ed elettroniche, ma anche il settore Ict, quello del legno-arredo e delle costruzioni. Tra le prime 30 professioni introvabili figurano ad esempio gli ingegneri e gli elettrotecnici, i progettisti e i meccanici, i progettatori di software ma anche gli operai specializzati.
- Manifattura, in aprile stimate l’8,5% di assunzioni in meno (Il Sole 24 Ore).
Its, perchè sono strategici nella formazione delle competenze digitali (Agenda Digitale).
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